IL TRAPIANTO DI MICROBIOTA INTESTINALE

IL TRAPIANTO DI MICROBIOTA INTESTINALE

A cura di Lucia del Sorbo, Ginevra Panza, Luca Sasso

COS’E’ IL MICROBIOTA INTESTINALE?

Per il funzionamento ottimale del nostro intestino è fondamentale la presenza di un sano microbiota residente: si tratta di un insieme di microrganismi che vivono nel nostro tratto intestinale e che nel complesso assicurano numerose funzioni vitali. Il microbiota infatti protegge l’intestino dai patogeni, favorisce la digestione degli alimenti, regola la funzione intestinale, produce vitamine e acidi grassi essenziali, elimina scorie e sostanze potenzialmente dannose, e mantiene attive le difese immunitarie.

 

COME NASCE?

Inizia il proprio sviluppo al momento della nascita e la “dotazione iniziale” di batteri che il neonato riceve costituisce il fondamento del microbiota futuro dell’adulto. La composizione del microbiota dipende da diversi fattori: si è visto che nei bambini nati con parto naturale è presente un microbiota differente rispetto a bambini nati con parto cesareo proprio perchè sono diversi i primi batteri con cui entra in contatto il bambino (nel primo caso quelli presenti nel canale vaginale della madre, nel secondo quelli presenti sulla sua cute). Anche l’allattamento al seno favorisce lo sviluppo di una maggiore varietà di batteri. 

PERCHE’ SI ALTERA?

Ogni individuo sviluppa nel tempo un proprio microbiota con specifiche caratteristiche che dipendono dall’età e dallo stile di vita. Lo stato di salute del microbiota è detto “eubiosi”, mentre la sua alterazione “disbiosi”. Questa alterazione può derivare da una riduzione delle specie benefiche di microrganismi che normalmente popolano il nostro tratto gastrointestinale, condizione che spesso può essere accompagnata da una crescita invece di specie dannose. I fattori che influenzano la disbiosi sono molteplici: uno stile di vita poco sano, una vita sedentaria, l’utilizzo indiscriminato di antibiotici, infezioni gastrointestinali. 

Si è visto che il microbiota intestinale ha un ruolo così importante da far sì che l’intestino sia denominato “secondo cervello”. Infatti alcuni microrganismi generano neurotrasmettitori in grado di dettare diversi stati emozionali. Dunque una condizione di disbiosi può comportare, oltre ai tipici sintomi, quali crampi addominali, flatulenza e difficoltà nella digestione, anche disturbi del sonno, alterazioni dell’umore, tristezza e bassa efficienza fisica.

COS’E’ IL TRAPIANTO DEL MICROBIOTA?

Il microbiota è così importante per la salute umana che sono sempre più numerose le ricerche sul trapianto del microbiota”. Si tratta di una nuova frontiera terapeutica che interessa non solo la gastroenterologia, ma anche altri settori della medicina, data l’importanza del microbiota per il sistema immunitario e addirittura (attraverso il collegamento intestino-cervello tramite il nervo vago) per il sistema nervoso, con possibili riflessi su patologie complesse come sclerosi multipla e autismo.

Il trapianto si effettua isolando e purificando il microbiota del donatore raccolto dalle feci e trasferendolo con varie modalità (in capsule o durante una colonscopia) al paziente donatore. La grossa incognita di questa procedura terapeutica è proprio il livello di attecchimento dei microrganismi trapiantati nell’intestino del paziente ricevente. 

Gli esperti hanno confrontato con tecniche di ultima generazione più di 1000 campioni appartenenti a donatori e pazienti riceventi con ben otto diverse malattie (C. difficile, infezioni da batteri intestinali multiresistenti agli antibiotici, sindrome metabolica, melanoma, malattie infiammatorie croniche intestinali, sindrome dell’intestino irritabile, diarrea da chemioterapici, sindrome di Tourette). E’ emerso che pazienti con maggior livello di attecchimento del microbiota hanno ottenuto una miglior risposta clinica.

TRATTAMENTO DEL C. DIFFICILE

Il trapianto del microbiota è stato recentemente proposto come opzione terapeutica in casi di infezione ricorrente da C. difficile resistente alla terapia antibiotica nell’adulto. Questo batterio produce tossine che danneggiano la mucosa intestinale e determinano infiammazione e diarrea, che può talvolta evolvere in quadri più gravi. L’infezione è spesso associata all’alterazione del microbiota intestinale, causata dall’assunzione di antibiotici. Il trattamento standard prevede l’utilizzo di vancomicina o fidaxomicina come terapia di prima linea, ma si assiste in molti casi alla ricomparsa dell’infezione, dovuta proprio al persistere dello stato di alterazione del microbiota intestinale causata dall’uso degli antibiotici stessi. Il tasso di incidenza e la mortalità delle infezioni da C. difficile è notevolmente aumentato negli ultimi decenni soprattutto in ambiente ospedaliero e comunitario. Recentemente è stato dimostrato da numerosi studi clinici randomizzati e controllati che il trapianto del microbiota rappresenti un’arma terapeutica molto efficace per il trattamento di pazienti affetti da infezione ricorrente da C. difficile refrattari alla antibioticoterapia standard e linee guida europee ed americane lo raccomandano fortemente come opzione terapeutica. Infine, l’elevato tasso di efficacia del trattamento e la quasi inesistenza di effetti collaterali ha evidenziato che il trapianto del microbiota comporta un notevole risparmio economico per il sistema sanitario rispetto alle cure mediche attualmente disponibili.

FONTI:

  • Programma Nazionale sul Trapianto di Microbiota Fecale umano (FMT) – aspetti regolatori, clinici e organizzativi. (Revisione 04.08.2020)
  • York, A. FMT in the clinic. Nat Rev Microbiol 17, 127 (2019). https://doi.org/10.1038/s41579-019-0157-x