La Celiachia

La Celiachia

LA CELIACHIA

 

A cura di Ginevra Panza, Lucia del Sorbo, Luca Sasso, Irene Iorio 

1. Introduzione

2. Diagnosi

3. rotavirus

4. Celachia e microbiota

5. Sensibilità al glutine

4. Allergia al glutine

7. Fonti

 

Introduzione

 

La celiachia (anche nota come morbo celiaco, malattia celiaca o intolleranza permanente al glutine) è una malattia autoimmunitaria scatenata dall’ingestione di alimenti contenenti glutine in soggetti geneticamente predisposti. In questi soggetti si verifica un’eccessiva risposta immunitaria che va a colpire le cellule dell’intestino tenue. Questo tratto di intestino è  ricco di sporgenze (villi intestinali) che servono ad assorbire i nutrienti, per cui, quando vengono attaccate, perdono la capacità di assorbimento. Questo causa sintomi come diarrea cronica, dolore e gonfiore addominale, ritardo della crescita nei bambini e astenia. In certi casi (forme atipiche) questi sintomi possono essere assenti oppure ancora possono manifestarsi sintomi extraintestinali. In Italia si stima che essa colpisca mediamente una persona ogni 100/150 abitanti. Inoltre, a causa della maggiore o inferiore gravità della sintomatologia, il numero di casi diagnosticati risulta inferiore rispetto alla reale incidenza della patologia.

Ma che cos’è il glutine? Con il termine glutine ci si riferisce ad un complesso proteico di alcuni cereali (per es. grano, orzo, segale). Le sue componenti meglio caratterizzate sono la gliadina e la glutenina. Nello specifico il glutine si trova nel seme e la sua funzione è nutrire gli embrioni degli organismi vegetali. Il glutine influisce inoltre sull’elasticità della pasta, determinando la masticabilità dei prodotti da forno. Non tutti i cereali contengono glutine, tra questi miglio, riso, grano saraceno, avena, quinoa e mais.

La patogenesi della celiachia è incentrata sul ruolo dei linfociti T, cellule del sangue deputate alla risposta immunitaria. Si pensa che la gliadina dopo aver subito una modifica della propria struttura attivi “erroneamente” i linfociti T. Infatti i linfociti T attivati riconoscono la gliadina come elemento   potenzialmente dannoso e vanno a causare infiammazione, morte e distacco cellulare portando all’appiattimento dei villi della mucosa intestinale, motivo per cui si ha malassorbimento. Oltre all’azione dei linfociti T, nei pazienti celiaci si ritrova una produzione di anticorpi (proteine anch’esse deputate alla risposta immunitaria) anti-gliadina, molto utili per la diagnosi di celiachia, ma il loro ruolo non è ancora ben definito.

Ad oggi, l’unica terapia attualmente valida è quella dietetica: il celiaco è costretto ad eliminare dalla propria dieta tutti gli alimenti che contengono anche solo piccole quantità di glutine. Negli anni ’80 in Italia è nata l’erogazione gratuita degli alimenti sostitutivi per consentire a tutti i pazienti celiaci accesso alla terapia. I tetti di spesa per l’acquisto dei prodotti senza glutine sono strettamente correlati ai Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti (LARN). I buoni erogati dal Servizio Sanitario Nazionale per l’acquisto degli alimenti possono essere spesi nelle farmacie, nei negozi specializzati e nei supermercati convenzionati.

DIAGNOSI

 

Per diagnosticare la celiachia è necessario il dosaggio ematico di particolari anticorpi, come la transglutaminasi anti-tissutale (più usate a fini diagnostici), gli anticorpi anti-endomisio (EMA, diretti contro le cellule intestinali) e gli anticorpi antigliadina (AGA, rivolti verso componenti del glutine). Se i livelli di questi anticorpi appaiono superiori alla norma, il paziente è probabilmente celiaco (95% dei casi) e ha necessità di ricorrere alla biopsia endoscopica. ll danno intestinale comincia a guarire in poche settimane dopo che il glutine è stato rimosso dalla dieta, mentre la diminuzione dei livelli di anticorpi avviene nel corso di alcuni mesi, motivo per il quale gli esami vanno effettuati senza aver eliminato il glutine, altrimenti si otterrebbero un risultati falsati.

I test di istocompatibilità possono essere utili in determinate situazioni cliniche. Più del 95% dei pazienti celiaci presenta l’aplotipo (variante genetica) HLA-DQ2 o HLA-DQ8, sebbene questi non siano particolarmente specifici per la celiachia. Tuttavia, considerata l’elevata sensibilità, i test che non mostrano HLA-DQ2 o -DQ8 possono efficacemente escludere la celiachia quando la biopsia e i marcatori sierologici non sono concordanti.

ROTAVIRUS

 

Recenti studi hanno rilevato un’associazione tra la frequenza di infezioni da rotavirus e il rischio di sviluppare celiachia in bambini geneticamente predisposti. E’ stato ipotizzato, infatti, che i rotavirus potrebbero partecipare attivamente alla patogenesi della celiachia. Una proteina del virus risulta essere omologa ad una proteina presente nel nostro organismo e questa viene riconosciuta da anticorpi presenti nei soggetti affetti da celiachia. Ulteriori lavori hanno dimostrato che diverse infezioni gastrointestinali aumentano le probabilità di sviluppare il morbo celiaco.

CELIACHIA E MICROBIOTA

 

Molti studi mettono in evidenza come un’alterazione del microbiota intestinale possa determinare o favorire l’insorgenza della malattia celiaca. Questa, infatti, a livello intestinale può determinare una ridotta digestione della gliadina, un’alterazione della funzione di barriera della mucosa intestinale e un’alterata risposta immunitaria ed infiammatoria locale.  Nello specifico, la maggioranza delle biopsie duodenali di pazienti celiaci comparate con quelle di pazienti sani evidenziano mancanza di microrganismi che producono acidi grassi a catena corta, con effetto antinfiammatorio a livello della mucosa intestinale, o che favoriscono la presenza di muco come fattore di difesa. Diventa quindi importante trattare sia con prebiotici specifici e con probiotici.

 

SENSIBILITA’ AL GLUTINE

 

La sensibilità al glutine non celiaca è un disturbo di recente introduzione nel vocabolario medico, utilizzato per identificare tutti quei casi in cui un paziente manifesta sintomi caratteristici della malattia celiaca, e trae beneficio da una dieta priva di glutine, nonostante dagli accertamenti medici sia possibile escludere la presenza di celiachia o di allergia al grano.

ALLERGIA AL GLUTINE

 

L’allergia al glutine ha le caratteristiche di tutte le altre allergie alimentari e si presenta con reazioni acute di tipo anafilattico (orticaria, angioedema, asma, dolore addominale con o senza vomito e diarrea esplosiva, shock) in stretta correlazione temporale (minuti) con l’ingestione di glutine.

 

FONTI

 

  1. Sabatino A, Corazza GR, Coeliac disease, in Lancet, vol. 373, n. 9673, aprile 2009, pp.
  2. Sintomi della Celiachia, su Sintomi.it, 14 aprile 2016.
  3. Recognition and assessment of coeliac disease, su guidance.nice.org.uk, 2009.
  4. Gliadin immune reactivity is associated with overt and latent enteropathy in relatives of celiac patients., in Gastroenterology, n. 103, 1992, pp. 1517-22.
  5. Hopper A. et al., Pre-endoscopy serological testing for coeliac disease: evaluation of a clinical decision tool, in BMJ, vol. 334, n. 7596, 2007, p. 729.