I DISTURBI ALIMENTARI

I DISTURBI ALIMENTARI

A cura di Ginevra Panza, Lucia del Sorbo, Luca Sasso, Irene Iorio

1. Introduzione

2. Anoressia

3. Bulimia

4. Binge eating disorder

5. Pica

6. Disturbo da ruminazione

7. Conclusione

8. Fonti

1. Introduzione

La Società Italiana per lo Studio dei Disturbi del Comportamento Alimentare (SISDCA), ha riscontrato che negli ultimi anni i disturbi del comportamento alimentare (DCA) sono nettamente aumentati, infatti, ogni anno in Italia circa 8500 persone ricevono una diagnosi di DCA. I disturbi alimentari sono caratterizzati da un alterato rapporto con il cibo e con il proprio corpo e un’eccessiva preoccupazione per la forma fisica, causata da un’alterata percezione della propria immagine corporea. I DCA, spesso, possono presentarsi in associazione ad altri disturbi psichici come ad esempio disturbi d’ansia, disturbi dell’umore e disturbi ossessivo-compulsivi. Lo stato di salute fisica è quasi sempre compromesso a causa delle alterate condotte alimentari (restrizione alimentare, eccessivo consumo di cibo con perdita di controllo, condotte di eliminazione e/o compensatorie) che portano ad alterazione dello stato nutrizionale. Pertanto, un peso eccessivamente basso, come spesso erroneamente si ritiene, non è un marcatore unico e specifico per i disturbi dell’alimentazione, in quanto anche condizioni di normopeso e sovrappeso, fino all’obesità, possono essere associate alla presenza di DCA. Attualmente questi disturbi costituiscono un importante problema di salute pubblica, le cui patologie più frequenti, quali anoressia e bulimia nervosa, rappresentano fenomeni che, se non identificati precocemente e non trattati adeguatamente, possono trasformarsi in condizioni permanenti, provocando gravi danni per l’organismo.

2. Anoressia

L’anoressia è un disturbo del comportamento alimentare caratterizzato da un’intensa paura di ingrassare, la quale comporta una riduzione del proprio introito calorico giornaliero ed una eliminazione selettiva di alcuni cibi. Nella prima fase dell’anoressia il paziente può sperimentare un particolare stato di euforia e benessere, questo complica la prognosi nel paziente poiché vi è la negazione di qualsiasi forma di disagio psicologico. La diagnosi è clinica e la maggior parte dei trattamenti prevedono alcune forme di terapia psicologica e comportamentale; il coinvolgimento della famiglia è di fondamentale importanza, soprattutto per la cura dei pazienti più giovani. Il protrarsi di questo grave stato di magrezza comporta varie conseguenze quali deficit cognitivo, pensiero rigido e sintomi ossessivo-compulsivi, riduzione della pressione arteriosa, amenorrea, osteoporosi, disfunzioni ormonali, debolezza muscolare con riduzione della massa magra e capelli fragili e sottili. La severità dei sintomi legati a tale disturbo rende la malattia potenzialmente mortale e numerosi sono anche i casi di suicidio.

3. Bulimia

La bulimia è caratterizzata da abbuffate ricorrenti, ingestione di enormi quantità di cibo seguite poi da condotte di compensazione inappropriata quali autoinduzione del vomito, lassativi, diuretici, digiuno, intense sessioni di attività fisica per prevenire l’aumento di peso. Questi episodi si verificano con una frequenza media di 1 volta a settimana per tre mesi. La diagnosi si basa sull’anamnesi e sull’esame clinico, mentre il trattamento è costituito da terapia psicologica. A differenza dei pazienti con anoressia, i pazienti bulimici, raramente perdono molto peso o sviluppano carenze nutrizionali. La maggior parte dei sintomi e delle complicanze organiche della bulimia deriva infatti dai comportamenti di eliminazione. Il vomito autoindotto può determinare uno squilibrio elettrolitico, l’erosione dello smalto dentale, un aumento della frequenza di carie, l’ingrossamento delle ghiandole salivari e l’infiammazione dell’esofago.

4. Binge Eating Disorder

Il termine inglese con cui si identifica tale disturbo, significa letteralmente “abbuffata di cibo” e indica episodi in cui si assumono grandi quantità di cibo in un tempo relativamente breve. Queste crisi sono caratterizzate dalla sensazione di perdita di controllo su cosa e quanto si stia mangiando, per poi essere successivamente accompagnate da un forte disagio psicologico, che spesso induce la persona che ne soffre a mangiare di nascosto. Si distingue dalla bulimia perché chi ne soffre non mette in atto comportamenti compensatori per controllare il peso. I pazienti che ne soffrono infatti tendono ad essere sovrappeso e obesi, ed inoltre corrono il rischio di sviluppare nel tempo complicanze correlate all’obesità, quali apnee del sonno, diabete e malattie cardiovascolari. Il Binge Eating Disorder viene diagnosticato in base a criteri clinici (le abbuffate hanno una frequenza media di una volta a settimana per almeno 3 mesi), ed il trattamento prevede psicoterapia e talvolta si rende necessario l’uso di terapie farmacologiche.

5. Pica

La Pica e il Disturbo da ruminazione sono disturbi alimentari meno frequenti e spesso associati a deficit mentali e altre gravi patologie come la schizofrenia. La Pica è caratterizzata dall’ingestione di materie non commestibili (terra, fazzoletti, plastica, ecc.) per più di un mese in soggetti di età superiore ai due anni. Di solito, la pica non determina danni medici significativi, ma può causare l’ostruzione gastrointestinale, avvelenamento da piombo o infestazione da parassiti. Il trattamento prevede tecniche di modificazione comportamentale e il trattamento delle carenze nutrizionali e altre complicazioni in base alle necessità.

6. Disturbo da ruminazione

Il Disturbo da ruminazione consiste in una prolungata masticazione seguita da rigurgito del bolo, il quale viene nuovamente masticato, ingerito o sputato, senza nausea o conati di vomito. Alcuni pazienti con tale disturbo, consapevoli del comportamento socialmente inaccettabile, evitano di mangiare in pubblico favorendo così l’insorgenza di carenze nutrizionali con conseguente perdita di peso. La diagnosi si ha in pazienti che manifestano questo comportamento ripetuto per più di un mese, successivamente all’esclusione di altri disturbi di tipo gastrointestinale o alimentare. Il trattamento prevede principalmente tecniche volte a modificare tale condotta.

7. Conclusioni

Data la complessità di tali disturbi, una diagnosi tempestiva riveste un’importanza particolare e consente al paziente di intraprendere un percorso multidisciplinare e di miglioramento dell’evoluzione a lungo termine. È necessario un intervento tempestivo, considerando anche che tali disturbi stanno avendo un’incidenza sempre maggiore, soprattutto nel sesso femminile, dove l’età di insorgenza si sta progressivamente abbassando; questo va ad interferire con un sano processo evolutivo biologico e psicologico. Gli interventi si differenziano per obiettivi, strumenti e metodi e in base allo stato nutrizionale del paziente. L’obiettivo della riabilitazione nutrizionale è quello di aiutare i pazienti a ristabilire gradualmente un’alimentazione corretta per qualità, quantità degli alimenti e distribuzione dei pasti. Per sensibilizzare sui rischi dei disturbi alimentari e sulle loro possibili conseguenze, è stato indetto il 15 marzo la Giornata nazionale del Fiocchetto Lilla, inoltre, la Presidenza del Consiglio ha messo a disposizione della popolazione un numero verde a cui rivolgersi per creare una rete di supporto per chi è affetto da DCA.

BIBLIOGRAFIA

Disturbi dell’Alimentazione, in Ministero della Salute, marzo 2022.
Attia E., B. T. Walsh; Introduzione ai disturbi dell’alimentazione, in “Manuale MSD versione per i professionisti”, giugno 2020.
Pariset. S, Disturbi alimentari: quali sono, elenco completo, sintomi e come curarli, in “Melarossa”; marzo 2022.
Lazzeri E., Bulimia: sintomi e cura, in “Istituto di Psicologia e Psicoterapia Comportamentale e Cognitiva”, dicembre 2018.