
08 Ago Disturbi d’ansia: cause, sintomi e cure
Disturbi d’ansia: cause, sintomi e cure
La parola ansia deriva dal latino ‘’angere’’, ovvero stringere, la quale descrive molto bene lo stato psico-fisico delle persone affette da disturbi d’ansia, una categoria molto eterogenea che comprende i più comuni disturbo d’ansia generalizzato (DAG), il disturbo di panico (DP), l’ipocondria, la fobia sociale, le fobie specifiche, il disturbo ossessivo-compulsivo (DOC) e il disturbo post traumatico da stress (DPTS). L’American Psichiatric Association descrive l’ ansia come: “L’anticipazione apprensiva di un pericolo o di un evento negativo futuro, accompagnata da sentimenti di disforia o da sintomi fisici di tensione. Gli elementi esposti al rischio possono appartenere sia al mondo interno che a quello esterno”. Un giusto grado d’ansia ci aiuta a prevenire ed affrontare presunte minacce future, ma quando questa è eccessiva, scatenandosi anche in determinate situazioni ritenute neutre, poco minacciose, può sfociare nei suddetti disturbi d’ansia, i quali differiscono fra loro per le cause scatenati lo stato ansioso. Le persone che soffrono di questi disturbi solitamente presentano pensieri negativi ricorrenti e preoccupazioni. Inoltre, sono soggetti che talvolta possono decidere di evitare alcune situazioni di vita quotidiana come tentativo di gestire (o non affrontare) le preoccupazioni, rendendo questa patologia altamente debilitante. Le cause del disturbo d’ansia generalizzato sono molteplici e per questo si parla di disturbo a genesi multifattoriale. Ciò significa che a causare il disturbo possono essere variabili psicologiche, biologiche e ambientali in relazione tra loro. Da un punto di vista psicologico le spiegazioni del disturbo d’ansia generalizzato sono diverse in base ai differenti approcci teorici di riferimento.Tra le possibili cause dei disturbi d’ansia troviamo: esperienze negative o traumatiche (che siano esse recenti o passate); esposizione prolungata a stress di qualunque tipo; malattie croniche e invalidanti; personalità evitanti, introverse e pessimiste. Ma non finisce qui: alcuni studi genetici hanno rilevato che in circa il 50% dei casi, i soggetti con disturbi d’ansia hanno almeno un familiare affetto da una patologia analoga. Basandosi su alcune ricerche effettuate sul cervello umano, l’ansia sarebbe causata da alterazioni della quantità di alcuni neurotrasmettitori, come potrebbe accadere ad esempio con un’eccessiva produzione di noradrenalina ed una ridotta produzione di serotonina. Secondo Freud, l’ansia deriverebbe da un conflitto inconscio che può risalire all’infanzia per svilupparsi poi nella vita adulta. Questo conflitto psicologico mette in moto dei meccanismi di difesa il cui scopo è quello di allontanare dalla coscienza questo stesso conflitto, relegandolo in una sede non accessibile della psiche, che è l’inconscio. Il paziente affetto da disturbi d’ansia presenta contemporaneamente una componente sintomatologica psichica ed una componente sintomatologica somatica. Bisogna tener presente che l’ansia come patologia non è congrua ad avvenimenti che potrebbero comportare un’ansia fisiologica ma, al contrario, deve essere invalidante per il paziente, costante nel tempo e deve avere una certa intensità. I segni fisici dell’ansia sono svariati: dalla sensazione del tremore a veri e propri spasmi muscolari. È spesso coinvolto il centro del respiro e il soggetto affetto può avere dispnea, la cosiddetta “fame d’aria”, o può presentarsi con iperventilazione, vale a dire respiri veloci e ripetuti a brevi intervalli di tempo tra loro. Spesso è causa di iperreattività neurovegetativa con tachicardia, palpitazioni, sudorazione abbondante, diarrea, secchezza delle fauci. Al contempo i sintomi psicologici del paziente affetto da disturbi d’ansia sono la sensazione costante di timore sine causa, la difficoltà di concentrazione nelle normali attività quotidiane, l’insonnia saltuaria o cronica , la riduzione della libido e la sensazione di un nodo alla gola. Fortunatamente, però, la medicina ha fatto passi da gigante anche in questo campo ed oggi è possibile curare il disturbo d’ansia. In particolare sono tre le possibili strade che il medico specialista deve valutare e adottare, in base alla singola situazione e, quindi, alle esigenze del paziente. Un primo approccio, probabilmente quello più diffuso e utilizzato, è quello della psicoterapia per l’ansia. La terapia cognitiva comportamentale è risultata essere nel tempo il trattamento principale da utilizzare anche perché ha mostrato tassi elevatissimi di efficacia. In questo caso sarà cura dello specialista guidare il paziente nel percorso di cura più adatto al caso. Una terapia che può consistere anche in diverse sedute, singole o di gruppo, ma che alla fine riesce a risolvere il problema. Nei pazienti più gravi, invece, il medico può consigliare un trattamento farmacologico tramite, appunto, la somministrazione di farmaci ansiolitici che possono aiutare a superare il disturbo. Generalmente la terapia farmacologica viene associata anche ad una psicoterapia. Nei casi meno gravi, invece, sostanzialmente nella fase iniziale del disturbo d’ansia, il medico può consigliare terapie alternative a quelle appena elencate. Terapie temporanee soggette poi ad una ulteriore valutazione medica a fine ciclo: si tratta delll’utilizzo di tecniche di rilassamento per il corpo e di rimedi naturali come le creme.
Arnone Fabrizio, Greco Giovanni, Iuliano Giuseppe, Mirra Eleonora