Il “diverso” fa paura, ma guardati intorno, non potresti essere tu diverso da qualcun altro?

Il “diverso” fa paura, ma guardati intorno, non potresti essere tu diverso da qualcun altro?

foto di Adriano Nolfe e Gaetano Piccolo

 

Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.”

Così recita l’articolo 3 della nostra Costituzione, scritto secondo i più alti valori morali, per far si che il messaggio di uguaglianza venga recepito come fondamentale in una società progredita. Ma fondamentale è capire che il concetto d’uguaglianza non si deve limitare ad una mera formalità, bensì deve essere promotore di un’uguaglianza reale, dove lo Stato dà la possibilità ad ogni suo cittadino di esprimere a pieno se stesso, diventando così parte integrante del contesto sociale, e tutto questo a prescindere dalle origini, dal sesso, dalla religione e dulcis in fundo dalle condizioni personali e sociali.

Proprio su quest’ultimo aspetto ci soffermeremo, in quanto con sempre maggiore frequenza si hanno notizie che nulla hanno a che fare con il progresso, notizie di persone con disabilità che vedono negarsi i loro diritti ogni giorno. In Italia ancora poche strutture pubbliche sono fornite di attrezzature indispensabili per persone con “limitazioni funzionali”, attrezzature che migliorerebbero sostanzialmente la vita di questi soggetti. Non sempre le “barriere” vengono superate installando rampe, in quanto molti disagi sono correlati alla mancata assistenza all’interno di queste strutture, dove spesso questi ragazzi vengono visti come un peso e non come persone “normali”.

Nonostante tutto continuiamo a sorprenderci quando ascoltiamo notizie eclatanti di ragazzi abbandonati a se stessi, di ragazzi che non hanno la possibilità di usufruire di strutture adeguate per le loro esigenze, continuiamo a sorprenderci, ma rimaniamo spesso indifferenti davanti a situazioni a noi più vicine, non notando che gran parte di ciò che ci circonda non favorisce queste persone.

È giusto pretendere che lo stato si attivi per garantire dei servizi adeguati a tutti, cosa che sfortunatamente non sempre accade, ma allo stesso tempo dobbiamo anche noi farci promotori dell’uguaglianza facendo nostre situazioni che non sempre ci toccano personalmente, dando così l’esempio di cosa significhi “essere uguali”.